Per l’ultimo giorno in Islanda, abbiamo approfittato con gioia delle belle cose che la natura ci ha offerto. I nostri passi prima ci hanno condotto a Kerid, un vecchio vulcano effusivo che è crollato su se stesso prima di essere artisticamente riempito con l’acqua proveniente dalla falda acquifera. Ciò che ci dà, nel linguagio comune, un cratere che ospita un lago. Ed è molto carino. C’è anche qualcosa di molto paradossale: questo posto era ribollente di lava rossa che si riversava sui dintorni (in altre parole, non è un luogo fondamentalmente bello), eppure la presenza di acqua è estremamente appagante.
Andiamo a sudare un po’ sui sentieri di Reykjadalur, o la valle del fiume caldo. Non abbandiamo il sentiero e non tocchiamo l’acqua che fuma perché sia divertente. È meno divertente quando il dito si rende conto che l’acqua è a 80 °C, sei in montagna e i soccorsi sono lontani, lontani. L’escursione dura un’ora (sulla carta… quando hai i muscoli di cartone, è un po’ più lunga) e la salita è un po’ ruvida perché ripida. La passeggiata è comunque molto gratificante, perché ci permette di scoprire paesaggi sontuosi, attraverso formazioni geotermiche fumanti che sputano i loro vapori, ammirando le piscine di fango bollente. Nonostante tutto, non bisogna dimenticare il costume, perché alla fine c’è un fiume caldo dove ci si può bagnare. Il posto è molto ben strutturato. Xim ha avuto il coraggio di andare a fare il pesce. Per quanto mi riguarda, considerando il vento, ho preferito non rischiare di portare a casa un raffreddore islandese. E poi la sera avevamo un appuntamento alla Laguna Blu…
Questa piccola escursione e il bagno ci hanno occupato, siamo stati un po’ “giusti” sulle attività nel tardo pomeriggio. Siamo andati a vedere il ponte sul divario tra i continenti americani e euroasiatici. Un ponte per cambiare il continente, che non è banale. Abbiamo rapidamente riversato le nostre cose nella nostra (enorme) camera d’albergo per dirigerci alla Laguna Blu.
La Laguna Blu o “Mi godo la vita, col sedere su un vulcano”. È il complesso turistico islandese, a 30 minuti dall’aeroporto, costituito da immensi bacini alimentati da acqua calda proveniente dalle profondità della terra. Il posto è circondato da centrali geotermiche, ma quando si nuota con visibilità di soli 10 metri a causa del vapore, non siete troppo distratti dal paesaggio. L’acqua è molto carica in silice, ottima per la pelle, ma un orrore per i capelli (nonostante il lusso delle precauzioni adottate). Abbiamo fatto il giro acquatico dei bacini cantando “i pesciolini nell’aqua nuotano, nuotano, nuotano, nuotando, nuotano, i piccoli pesci nell’acqua nuotano così come i grandi” (grazie Lohan 😉 ) (Ndt: filastrocca francese, difficile da rendere in Italiano…); ci siamo fatti una maschera di silice (ora abbiamo pelle così morbida) e ci siamo rilassati. Dato il grado di traffico negli spoliatoi, mi aspettavo che le piscine fossero affollate… e invece no … perché sono veramente grandi. Beh, è parecchio caro per un centro benessere. Diciamo che sono prezzi islandesi. E nonostante ciò mancano le cabine per cambiarsi e lo spoliatoio femminile non è dotato di asciugacapelli. Alcune donne vengono in ogni caso armate dell’intero repertorio di prodotti di bellezza e se ne infischiano delle persone in attesa di asciugarsi la massa informe a cui sono ridotti i capelli all’uscita del bagno. Mi lamento un po’, non contro la Laguna Blu, ma contro i vanitosi che si fanno improbabili selfie nell’acqua. Il giorno in cui sarò (molto) ricca, ritornerò con Xim per un pacco “premium super lusso”. Un giorno…
Ci abbiamo messo un po’ per finire le valigie, fare il pieno, pulire l’auto, restituire l’auto… ma il ritorno è andato molto bene.
Xim sta ora scegliendo le fotografie per le proieziono future (30 minuti, perché pensiamo a voi…) e abbiamo ancora la testa piena di molti paesaggi belli. Il ritorno alla vita quotidiana è un po’ difficile quando si passa dalle strade deserte e dai paesaggi selvaggi all’A8 della Costa Azzurra…
Splendide descrizioni dei posti da voi visitati che Marie ci Rappresenta magnificamente che sembra quasi di essere presenti anche noi. Grazie per averci fatto partecipare al Vs viaggio.