La notte è stata breve ma… non più di tanto, ma con la differenza di tempo, la sveglia è davvero difficile. Almeno per me, visto che Lô si svegliata fresca come una rosa all’alba.
Ho avuto l’impressione di galleggiare per buona parte della giornata, cercando di sbarazzarmi di quella sensazione di freddo che mi perseguita. Le case tradizionali sono piuttosto carie, ma sono autentici colabrodi e nidi flusso d’aria fredda.
Siamo andati a fare la spesa presso il “kombini” all’angolo per lo shopping della prima colazione, poi siamo andati ad attaccare i templi di Kyoto.
Per iniziare, abbiamo visitato il tempio Shamigamo, grande sacrario scintoista dell’antica capitale del Giappone.
Tutti si affacciano alle fontante per purificarsi prima di andare a pregare il kami. Il rito del saluto Shintoista è stata ripreso dalla nostra scuola di aikido. E’ strano trovare questi gesti fuori del contesto in cui siamo abituati a vederli. Eppure questo è il “contesto originale”.
Una cosa molto sorprendente è il numero di cavi sospesi nelle strade. Penso che, a causa del rischio sismico, interrarli loro non sarebbe funzionale, ma è solo una supposizione.
Abbiamo anche preso la metropolitana e un treno locale, ed è pulito. Non dico che odori di rosa e che fiori di gelsomino cadano dal soffitto, ma è molto pulito (rispetto a Parigi, che si presenta come baraccopoli insalubri al confronto) e non puzza. La metropolitana e i treni sono comodi e i sedili sono riscaldati (!).
Abbiamo mangiato delle “cose-tipo-ciambelle-al-vapore” a mezzogiorno, molto buone, ma ho provato un po’ di vergogna, visto che è considerato maleducazione mangiare mentre si cammina per la strada, e non voglio che mi prendono per un barbaro.
Abbiamo visitato un tempio buddista nel pomeriggio, il Ginkakuji, Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, con il suo giardino Zen.
Ovviamente, essendo un Sabato, era invaso dai giapponesi. Quello che mi è piaciuto di più è stato il tappeto di muschio al di sotto degli alberi, in un’atmosfera che mi ha ricordato di “Principessa Mononoke”. Stavo ancora galleggiando in quel momento…
Poi abbiamo dovuto correre per il corso di cucina, ma questa è un’altra storia.
Attention, dans le kombini n’est pas bon-marché, ce n’est que du dépannage.
Je suis d’accord, c’est vrai tout le monde les utilisent, tout le temps, car ils sont faciles à trouver. Y en a à tous les coins de rue!
Je suis d’accord, faut y aller au moins un fois, même plus.
Mais vraiment, si vous trouvez un supermarché, faut y aller aussi, ce sera une expérience enrichissante.
En depato (dans les galeries “bouffe” en général au sous-sol) aussi l’expérience sera riche, mais si vous y achetez quelque chose, c’est vous qui ne le serez plus.
En revanche, dans les depato et supermarchés, profitez d’y aller à la fermeture, afin d’écouler les produits frais (bentô, sushi, sashimi, salades, produits frits…), les prix sont cassés plutôt que d’être jetés aux poubelles.
Depuis “toujours” les maisons japonaises sont conçues pour être vivables en été. L’été japonais étant chaud, étouffant et long, les maisons sont construites de façon à être rafraichissantes durant cette saison. D’où les courants d’air. Les ouvertures coulissantes sont privilégiées aux ouvertures battantes, toujours pour les courants d’air.
Dans les maisons modernes, c’est pareil l’étanchéité est anecdotique sur toutes les ouvertures. Je crois n’avoir jamais vu de doubles vitrages, dans les maisons japonaises.
Mais le climat a énormément changé en dix ans, qui sait de nouvelles normes de constructions apparaissent-elles peut-être déjà, afin de faire face à des hivers plus rigoureux et plus longs.