Le balene di Akureyri

Akureyri, in fondo al fiordo di Eyja.

La seconda città più grande del paese, con una popolazione di 18.000 abitanti.

Nelle pianure che circondano il fiordo, le fattorie si succedono, circondate dai campi, e le flotte di pecore da lana. Uno deve avere il coraggio per essere una pecora in Islanda, sotto la pioggia e nel freddo.

Siamo partiti abbastanza presto per il nostro appuntamento al porto, per intraprendere una sortita a bordo di una vecchia barca da pesca in legno, riconvertita per i tour di avvistamento delle balene. Certamente non era così veloce come altre imbarcazioni di altre società, ma aveva un carattere “genuino”, abbastanza seducente. La guida ha spiegato a Luca che le barche da pesca dovevano essere più grandi per essere redditizie. Come gli armatori islandesi non potevano costruirle, sono stati chiusi uno dopo l’altro. Ora le barche da pesca islandesi sono costruite in Cile o in Turchia …

Siamo stati armati di abiti di salvataggio rosso che ci hanno fatto apparire come dei bibendum, ma che hanno avuto il grande vantaggio di essere impermeabili e resistenti al vento. Erano caldi. E tanto peggio per l’aspetto.

Prima di vedere le balene, le sentivamo: il mare era molto calmo e all’improvviso c’era un respiro potente prima di poter individuare uno sbuffo d’acqua. Le balene respirano circa sei volte prima di immergersi per alimentarsi nelle profondità del fiordo da tre a sei minuti. Così guardiamo le ascensioni dei due apneisti che ci hanno fatto l’onore e il piacere della loro presenza. Sappiamo dove si tuffano, ma non dove riemergonto. Ogni volta è una sorpresa.

Nel pomeriggio, abbiamo fatto una passeggiata ad Akureyri e nel suo giardino botanico, pieno di profumi d’autunno.

Domani partiamo per Eglisstadir (a est). Tuttavia, potremmo non essere in grado di percorrere l’Islanda come previsto: a causa delle forti piogge, la strada n° 1 è bloccata a sud, almeno fino a lunedì. Quindi dovremo quasi certamente ripercorrere i nostri passi e tornare nell’altro senso. E per le meraviglie del sud, dovremo tornare di nuovo.