Ottobre è un mese piuttosto caldo in Giappone. Dopo aver sentito freddo quando siamo venuti tra fine marzo e i primi di aprile, mi aspettavo di trovare più o meno lo stesso clima, e ho programmato il mio guardaroba di conseguenza. Per fortuna, ho utilizzato le t-shirts, rendendole madide di sudore alla fine di ogni giornata. Abbiamo fatto il primo (e necessario) lavaggio arrivando ieri a Kyoto. In ottobre c’è una clima mite e gradevole.
Prima di arrivare al cuore della questione, quando guardavo gli anime, quando ero piccola, mi sono sempre stupita della profusione di libellule e l’atmosfera sonora che i registi davano all’estate, mi sono sempre detta che fosse davvero un’esagerazione. In Okinawa, quando siamo scesi dal bus per prendere un taxi e abbiamo attraversato una zona residenziale a piedi, l’atmosfera era lì: sciami di libellule sopra le nostre teste con le cicale a fare da sottofondo. In Giappone cantano in modo differente (vorrei fare una ricerca sulle cicale giapponesi, ma non cantano come in Costa Azzurra).
Il castello di Himeji è il Castello giapponese per eccellenza. Quando si parla di un castello in Giappone è la sua silhouette bianca protesa verso il cielo, che subito viene alla mente. L’edificio è classificato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO e i giapponesi sono molto orgogliosi, al punto di creare un piccolo personaggio “castello” che è disponibile in una serie di prodotti (ma non una sola palla di neve, questo è scandaloso! e non è per mancanza di tentativi).
L’edificio è stato in fase di restauro fino al 2015, motivo per cui non lo avevamo visitato durante la nostra visita precedente. Si tratta di una esperienza che vale il viaggio, l’ora di shinkansen da Kyoto. Uscendo dalla stazione, è impossibile perderlo: il castello si trova allineato a un grande viale. Più ci si avvicina, più e impressionante.
Quello che abbiamo scoperto una volta all’interno è che è interamente in legno. Due enormi colonne di cipresso, se la memoria mi sosteine, sono alla base della struttura. Questi pilastri non sono in un unico pezzo, sarebbe difficile immaginare altrimenti la dimensione della struttura originale. Nonostante cio l’edificio è di 5 piani piu un seminterrato.
Per salire fino alla cima (dopo aver tolto le scarpe e averle messe in un sacchetto di plastica), si salgono le scale ripide, facendo attenzione a non urtare delle travi spesso collocate molto basse. Ci sono scale dove ci si sente un po’ incastrati, come altrove, vi è un senso di claustrofobia. Non ho potuto fare a meno di notare la presenza di un sistema anti-incendio. Naturalmente è severamente vietato fumare nell’edificio o nelle vicinanze, ma spero che il loro sistema di protezione sia senza acqua. In molte strutture di legno a volte fa più danni che il fuoco.
I nemici del signore locale avrebbero quindi avuto vita facile semplicemente bruciando il castello? Per proteggerlo, è ricoperto con un rivestimento di 3 centimetri di spessore, fatto di cenere e malta.
Abbiamo poi diretto i nostri passi verso il giardino Koko-en, che si trova accanto. E’ stato creato nel 1992 e riproduce dei giardini del periodo Edo. Così abbiamo avuto il piacere di passeggiare tra 3,5 ettari di laghi, corsi d’acqua, pietre miliari, foreste di bambù e carpe.
Abbiamo visto i primi frutti dell’autunno, che comincia timidamente a colorare le foglie degli aceri. Presto sarà un esplosione di rosso scintillante.
Tornando a Kyoto, Xim fatto una piccolo deviazione tecnologia passando per zone G-proibite. Le foto parlano da sole…
Nota: Vorrei prendere alcune persone del servizio ferroviario nazionale francese e chiedere di installare un shinkansen. Il TGV non è davvero all’altezza. Spazio per i bagagli, per i piedi, il comfort generale e la cortesia e la disponibilità del personale viaggiante… Per la Francia, questo livello di servizio rimane fantascienza.
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