Se nel complesso abbiamo visitato meno templi in questo viaggio che in quello di due anni fa, non manchiamo di andare a rendere omaggio a Buddha. Così andiamo alla città di Usuki (pronunciato Usky chissà perché …) con il treno per passeggiare nel parco dei 60 Buddha.
Sono scolpiti nella roccia vulcanica e dipinti. I colori sono ancora visibili su quelli meglio conservati. La natura ha fatto il suo lavoro, la roccia è friabile, alcune statue sono state quindi gravemente danneggiate dal tempo. Un importante lavoro di restauro è stato fatto e le statue sono ora al riparo dalle intemperie.
Senza dubbio mi ripeto, ma il Buddha, lo trovo rilassante. Qui, in questo caso, c’erano un sacco di rappresentazioni di Jizo, la figura protettiva dei bambini. Le facce sono placide, leggermente sorridenti, tranquille, calme, serene.
Abbiamo avuto una bella giornata autunnale (senza gli aceri rossi, cominciamo a mettere il lutto…), con una luce straordinaria. Il Buddha ha avuto anche il buon gusto di essere situato al di fuori della città, circondato da un bosco e una foresta di bambù con uno stagno in cui fiori di loto fioriscono in estate.
Sulla via del ritorno, abbiamo deciso di visitare il Castello di Usuki e scopriamo che questo fine settimana, oggi e domani, si svolge la Takeyoi o festival delle lanterne di bambù. Dimentichiamo in fretta la prevista visita al parco delle scimmie, e ci fermiamo per parte della serata.
Aspettando il tramonto, si rende necessario un sopralluogo alla ricerca dei posti migliori: andiamo in giro per il centro storico per ammirare le luminarie, e le decorazioni di bambù. Xim è alla ricerca di luoghi dove poter fare le foto. Abbiamo finalmente mangiato quello che io chiamo “la cucina matsuri”, le polpette di polpo, okonomiyaki e una sorta di crepe arrotolata su dei bastoncini.
Eravamo nel tempio principale, da dove avrebbe avuto inizio la processione, quando hanno iniziato ad accendere le candele. Siamo stati felici di essere lì in questo momento. E un signore molto gentilmente ci ha consegnato alcuni accendini – accendini a gas, che gli organizzatori utilizzavano per accendere le candele. E quindi ci hanno assunti per accendere le candele. E’ stato davvero bello non essere solo spettatori ed essere in grado di dire che abbiamo partecipato attivamente al festival, in maniera concreta.
Abbiamo poi lasciato le luci rimodellare la torre della città, ammirando le sculture di bambù.
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