Ieri sera in tutto il mondo è stato celebrato Halloween. Cominciamo col dire che fatico a comprendere cosa esattamente si festeggi. Le tenebre? Il diavolo? E’ un modo per esorcizzare le nostre paure? Non sono un antropologo quindi non mi esprimero sui risvolti sociali o le motivazioni che portano le persone a mascherarsi nei modi più stravaganti e neppure sulle origini della tradizione.
Al di là del fatto che in origine era una “festa” irlandese poi trapiantata in America e in seguito esportata in tutto il mondo, la cosa che mi colpisce è la facilità con cui siamo disposti a cambiare le nostre abitudini, tradizioni, stili di vita per seguire quello che in fondo non è altro che un fenomeno di “appartenenza al gruppo”.
Per essere chiaro: il mio non è un giudizio nei confronti di chicchessia, ma una semplice constatazione dei fatti. Ognuno è libero di vivere la propria vita come meglio crede e non sarò certo io a dare giudizi morali.
In ogni caso, Halloween si festeggia anche in Giappone. Già appena arrivati 2 settimane fa c’erano decorazioni in tema dappertutto. Un po’ la curiosità di vedere come viene translata una tradizione estera in un contesto locale, un po’ la voglia di fare qualche foto interessante, ieri sera ci siamo ritrovati in centro per registrare dal vivo questo evento.
La cosa che mi ha colpito di più è stato ritrovarmi in mezzo a centinaia di ragazzi mascherati e sentirmi fuori luogo. Sembrava carnevale ma con una tensione non gioiosa ma aggressiva e quasi pericolosa. Sicuramente è il mio cervello che si diverte a fare analogie e associazioni con il clima dell’evento. Ma per la prima volta in Giappone mi sentivo poco sicuro. Quasi rimpiangevo di essere lì. Ovviamente non è successo nulla, quindi quello che rimane è solo una sensazione generale.
La cosa più carina sono stati alcuni bambini vestiti da fragole, zucche, principesse e fatine, che è impossibile non trovare adorabili.
Ovviamente non c’è il classico “dolcetto o scherzetto” la cultura giapponese è troppo impregnata del “non voglio disturbare” che sarebbe impensabile fare i classici scherzi di Halloween.
Insomma una serata interessante, come sempre lo è quando si testimonia un evento conosciuto ma in un contesto esotico. Ma con un mix di sensazioni contrastanti.
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