Abbiamo fatto molta strada per andare alla scoperta dei fiordi. Innanzitutto, il Borgarfjordur è l’altro nome della fine del mondo. Dopo aver camminato lungo il lago (che non ha nome sulla guida o su Google Maps) a nord, abbiamo preso delle strade di montagna per seguire il mare, finalmente per raggiungere un piccolo villaggio. La strada era piuttosto sorprendente: a volte asfaltata, spesso no, è molto ampia, e in alcuni tratti piena di buche. Da queste parti non bisogna dimenticare di comprare il pane, ma penso soprattutto che non bisogna dimenticare di fare le riserve per trascorrere l’inverno e che quando si va a fare “shopping in città”, ci si va con un elenco e il rimorchio. Non deve essere molto praticabile in inverno. Il villaggio sembrava veramente addormentato, intorpidito nel vento e nel freddo. Il periodo di nidificazione delle pulcinelle di mare è chiaramente terminato (da un mese), non abbiamo potuto vedere i nostri piccoli amici pennuti.
Seydisfjordur era più accessibile, nonostante il passo da attraversare, perché la strada era quasi sempre asfaltata. Il villaggio è molto bello, le case piene di colore e (miracolo) con un fascino dato dalla decorazione esterna. Perché non si va in Islanda per andare in estasi sull’architettura, tranne forse il “vecchio” Reykjavik e alcuni fantastici edifici moderni come la Harpa. Il resto è piuttosto cubico e senza fantasia, è funzionale e accogliente, ma esteticamente, solo i colori sono notevoli. Invece, questo piccolo villaggio, in fondo al suo fiordo, ha davvero del carattere.
Va anche notato che oggi non ha quasi mai piovuto.
Per quest’anno non andremo nel sud dell’Islanda: la strada n° 1 sarà riaperta solo nel corso della prossima settimana, quindi domani riprenderemo verso nord. Xim è riuscito a scambiare la nostra prenotazione presso la Fosshotel Glacier Lagoon per quella di Myvatn. Le regole sulle prenotazioni sono molto rigide in Islanda: non si annulla una stanza impunemente. Siamo fortunati ad avere una proposta alternativa in uno stabilimento della stessa catena. Il fatto è che il giorno successivo, dovremo viaggiare per 6 ore per raggiungere il “Golden Circle”, invece di ammirare il ghiacciaio che scorre nel mare. Ma non sarà la nostra ultima parola…
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