La strada n. 1 è sempre chiusa (almeno per le auto, sembra che i pedoni possano passare), torniamo indietro a nord. Sono contenta di lasciare il nord domani, perché neve sopra i 200 metri è annunciata per mercoledì, ancora un’opportunità per avere la strada bloccata.
L’Islanda è veramente un paese in cui l’essere umano si sente perfettamente infelice e dove può misurare la portata della sua insignificanza: l’unica legge è quella degli elementi. Pioggia, vento, acqua e rocce scolpite sono gli unici al comando e qualsiasi resistenza è completamente inutile.
Abbiamo approfittato di questa ritorno per vedere Dettifoss e la sorellina Selfoss che non avevamo potuto vedere in precedenza. Di fronte a questo mostro ruggente di acqua che salta per 45 metri, non siamo granché. Ho avuto ancora questa sensazione vedendo le rocce di Myvatn, gonfie come la crosta di una torta, lasciando a voi immaginare gli sbalzi di pressione che le hanno create.
Abbiamo passato qualche momento anche a Krafla per vedere l’impianto geotermico, presso la faglia tra le placche americana ed europea che si allontanano da 2 a 2,5 centimetri all’anno. Le montagne fumano, e i ruscelli sono di un blu singolare, l’odore d’uovo impregna l’aria, e gli uomini cercano di domare la potenza della terra.
Dopo essere stati accolti in malo modo presso il Fosshotel di Myvatn, siamo partiti per consolarci immersi nella natura. La nostra escursione ci ha portati sulla Vindbelgjarfall, culminante a 529 metri. Non abbiamo raggiunto la vetta, perché la pioggia e il fatto di arrivare avvolti nella nube ci hanno scoraggiato un po’. Senza essere in grado di godere della vista di tutto il Myvatn, siamo stati però in grado di ammirare i laghi e gli stagni, aree protette per la riproduzione degli uccelli. Detto questo, sono tutti o quasi andati a sud, abbiamo visto parecchie formazioni di oche o anatre nel cielo. Solo i corvi sono rimasti per ricordarci che l’inverno sta per arrivare.
Vorrei fare un piccolo excursus sul nostro equipaggiamento: pensavo che eravamo un po’ troppo attrezzati, ma siamo freddolosi (beh, soprattutto io). I pantaloni da escursione impermeabile sono davvero il nostro migliore amico, nel suo formato di montagna. Il sottostrato aggiunto, chiamato “strato bionico”, è molto apprezzato. Oltre alla impermeabilità, la resistenza al vento è essenziale. Io per prima ho due strati di pile (un maglione e la fodera della giacca) Xim porta un strato solo, ma la giacca a vento da neve sarebbe stata eccessiva. Quindi, nel complesso, no, non siamo troppo attrezzati. Facciamo notare che abbiamo visto regolarmente islandesi in magliette, che ci hanno guardato con espressioni patetiche.
Buon anniversario nipotini!! se ripenso all’acqua piovuta dal cielo quel giorno …..
Buona continuazione del viaggio
Grazie zia 😊 l’acqua è un tema ricorrente… E anche in questa vacanza ci segue dappertutto!!!