Prima della nostra partenza, spero di parlare a lungo del lavoro di Karyn Poupée Les japonais, che sto finendo di leggere. Prima ancora di mettere piede in terra nipponica, non posso che consigliarlo calorosamente, per quanto questo lavoro sia completo. Se molto lunghi capitoli sono dedicati a l’economia, l’industria giapponese, è perché le aziende che operano riflettono lo stato d’animo degli abitanti dell’arcipelago.
Sulla mentalità giapponese, volevo proporvi una citazione (dal libro sopra citata):
Queste caratteristiche [standard morali e statali della mentalità giapponese] hanno nomi: puntualità, solidarietà, cortesia, civiltà, coraggio, altruismo, senso del dovere e un valore individuale, rispetto, fedeltà. Queste non sono le parole incise sui frontoni di edifici pubblici, ma la pratiche verificate ogni giorno. E se appaiono immediatamente in modo incredibile, vibrante e critico agli occhi degli immigrati in terra giapponese, è forse semplicemente perchè essi sono scomparsi nei rispettivi paesi, se davvero sono mai esistit.
All’interno di questa descrizione ritrovo un’idea dello spirito budo (o l’immagine che ho di esso) che coniuga il rispetto per gli altri, e il gruppo stesso. Attraverso le mie letture, mi sembra che i giapponesi pecchino per diluizione di se nel gruppo. Che sembra essere esattamente l’opposto del movimento presente in Occidente, dove prevale la persona prima del gruppo.
Temo, tuttavia, di idealizzare troppo come vivono i giapponesi, che sembrano grandi con la loro gentilezza e attenzione agli altri, e che potrebbe trasformarsi in terribile camicia di forza.
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