“In Islanda, se il tempo non ti soddisfa, aspetta 5 minuti”.
Il proverbio (citato in qualche modo) è stato verificato almeno 15 volte durante il giorno. Le schiarite seguono una pioggia fine, le nuvole improvvisamente lasciano il posto agli arcobaleni. Cosa che mi capita al massimo due volte l’anno in Francia. Qui ne abbiamo visti almeno quattro in un solo giorno.
Così abbiamo scoperto le luci autunnali della campagna islandese tra la pioggerellina e il sole splendente. E non siamo rimasti delusi: l’autunno è già presente, con i suoi camaïeux di rosso, giallo e marrone. Il tutto condito con i muschi verdi, le rocce vulcaniche nere, l’azzurro grigio del cielo che talvolta si fonde con il mare.
Abbiamo iniziato il nostro tour dell’Islanda spingendoci verso nord-ovest, a un tiro di schioppo da Reykjavik, molto vicino a Borgarnes. Siamo andati a scoprire le cascate di Hraunfossar. L’acqua scivola tra due strati di rocce vulcaniche per emergere all’improvviso e alimentare il fiume Hvita (mi perdonerete l’assenza degli accenti). Da l’impressione che l’acqua esca direttamente dalla roccia, cosa abbastanza impressionante.
Camminando sulle pieghe di lava raffreddata, di fronte questo fiume bollente un po’ lattiginoso, ma dalle furiosi correnti, contempliamo la bellezza della natura con la stessa semplicità di un mazzo di margherite, quando dovremmo invece essere impressionati dalla potenza degli elementi.
Bellisime foto e meravigliosi paesaggi.
Quanto vi invidio…