Abbiamo approfittato del Sabato mattina per visitare il mercato del pesce di Tokyo, il luogo dove i turisti non sono davvero i benvenuti. Comprendiamo: le persone sono lì per lavorare e non si disturba un giapponese al lavoro. Ma se si vuole sentirsi rifiutati è il luogo perfetto.
In caso contrario, è logicamente pieno di pesci, crostacei, polpi, molluschi e ostriche già sgusciate.
Ci sono prodotti freschi o già preparati e confezionati. E persone che tagliano tonno con le katana (o coltelli giganti).
Un rapido giro al mercato della frutta e troviamo del mango ha 800 yen. Non è davvero a buon mercato, ma i giapponesi non hanno come Europa a un eccesso di sovvenzioni per la propria agricoltura.
Abbiamo poi fatto un breve tour del palazzo imperiale al parco, con qualche sezione chiusa, l’asfalto da rifare e dove gli alberi sono piantati come bonsai giganti su un prato giallo: è un po’ deludente.
Poi abbiamo fatto un piccolo tour in Harajuku e l’Oriental Bazaar, dove i giapponesi super abbigliati fanno il loro shopping per le strade affollate.
(Tokyo, dopo Koyasan, è ancora uno shock)
I giapponese si vestono in maniera casuale. E a loro sta piuttosto bene, mentre io ho l’aria di niente nel mio total look Queschua.
Siamo andati insieme a vedere un grande tempio scintoista Meiji Jinju dove erano in corso diversi matrimoni.
Anche in questo caso, i nativi sono un po’ aggressivi con i gaijin, ma data la concentrazione per metro quadro di questi è comprensibile.
Sul treno, mi sono vergognato per gli americani che si comportano come in un gregge, parlando ad alta voce, come in territorio conquistato.
Abbiamo trascorso anche qualche momento nel paradiso del fotografo 🙂
Tutto ciò ci rende in ogni caso un po’ stanchi.
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