A seguito di un problema tecnico imprevisto, siamo usciti un po’ tardi dall’hotel per andareee verso il castello Shurijo, fortezza del re delle isole Ryukyu.
Il castello ha ancora una bella fortificazione in pietra, che ricorda quelle di Torino o Vauban: le pareti massicce che sembrano quasi lisce, e tuttavia resistenti per sempre all’invasore. L’architettura e lo stile decorativo sono chiaramente di ispirazione cinese. Niente di più normale nelle isole Ruykyu, crocevia delle rotte marittime tra il Giappone, la Cina, la Corea e tutto il Sud-Est asiatico.
Le pareti sono di colore rosso vivo, come passate alla lacca. Le sale del Seiden (corrispondenti al mastio dell’architettura occidentale, vale a dire i luoghi di ricezione e di esercizio del potere) sono completamente dipinte di colore rosso vivo, aggiungendo solennità a questi luoghi del potere. Abbiamo potuto vedere un video del restauro di due pilastri decorati con due draghi, uno con la bocca aperta, l’altro con la bocca chiusa. Il komainu, cosi si chiamano il leoni custodi dei templi, sembrano essere una specialità di Okinawa: sono assolutamente ovunque, nel castello, sui biglietti, e per non parlare di negozi di souvenir, dove occupano la metà degli scaffali.
Turisticamente, c’è qualcosa di davvero notevole ed esemplare, che avevamo già sperimentato l’ultima volta presso il Museo Nazionale di Tokyo: la collezione dei timbri. Normalmente è per i bambini, che hanno una mappa del sito, con disegni prestampati in filigrana. Nel corso della visita ci sono dei tamponi con l’inchiostro, che servono per marcare il luogo sulla mappa. Se il bambino ha solo qualcuno dei teimbri, guadagna un piccolo giocattolo in relazione al luogo (noi abbiamo vinto un piccolo libro e degli adesivi). Non è fantastico? E’ estremamente giocoso. Tutti i bambini che abbiamo visto vogliono mettere il marchio sulle loro carte, in modo da fare tutto il percorso, per “vincere”. Non si trascinano per le lunghe durante la visita culturale, al contrario, spingono i loro genitori in luoghi che non avrebbero mai pensato di andare a vedere (i tamponi sono sapientemente distribuiti in tutti i luoghi notevoli del sito ). I bambini sono impegnati, i genitori rilassati e i visitatori felici. Lo trovo assolutamente geniale.
Siamo poi andati a fare una passeggiata al mercato di Naha, dove si trova di tutto. Ci sono molti negozi per i turisti, con i loro tanti piccoli leoni Komainu i gusci di conchiglia cesellati, perline e altri gingilli che offrono al turista la possibilita di spendere aualche yen. Ovviamente, mi son fatta catturare da una signora dell’ente turistico di Naha (non so come non sia potuta passare per una nativa) per completare un questionario, che mi ha fatto vincere un piccolo gingillo (una porta chiave con la sabbia stellata di Okinawa, penso che siano delle micro stelle marine). L’atmosfera mi ha ricordato un sacco quella del mercato di Kyoto.
Sulla via del ritorno abbiamo passato un negozio che vendeva Gundam. Ho detto di no. Xim ha cercato di corrompermi (con gelato e baci). Ho tenuto: può acquistare Gundam quando avra montato tutti quelli comprati l’ultima volta.
Abbiamo anche assaggiato quello che deve essere il piatto tipico di Okinawa: delle fette di un tipo di cucurbitacea amara fritta con germe di soia, frittata, tofu e tre pezzi di carne di maiale (molto piccoli), il tutto saltato in padella. E’ davvero molto buona, anche se la zucca dalla foto mi lasciava un po’ dubbiosa (sembra quasi un tentacolo di polpo verde). Mi sono chiesto se portarmi a casa dei semi di questa famosa zucca amara, se potessi farla crescere sul mio balcone per la cucina nostalgica. Credo che Okinawa sia perfetto, ma in Francia, la zucca sarebbe troppo amara.
Domani ci alziamo presto per prendere il nostro autobus verso una destinazione molto misterioso …
Luoghi molto belli e diversi da quelli soliti. Un vantaggio mentale per chi riesce a vederli dal vivo.