Abbiamo lasciato la turistica Kyoto per avventurarci fino ai piedi delle Alpi giapponesi di Takayama. Questa non è ancora alta montagna (siamo a circa 600 metri di altitudine), ma già sulla strada, il paesaggio è cambiato. Siamo circondati da montagne molto aguzze, ricoperte di foresta attraversate solo dalle linee ad alta tensione. Il clima è cambiato, anche se gli ultimi giorni a Kyoto, era arrivata una fresca brezza. Questa volta abbiamo messo le giacche a vento, e anche un maglioncino per la passeggiata serale. Attraversando il paese abbiamo incontrato l’autunno, che ancora non è completamente arrivato più in basso.
Guardare il paesaggio attraverso il finestrino di un treno, è già di per sè un viaggio. Lentamente, piccoli dettagli di realtà come la conosciamo cambiano, per disegnare a poco a poco un nuovo paesaggio.
Il nostro ryokan è grande. Anche se lontano dalla stazione. Questa volta abbiamo diritto a una stanza molto grande, dove non abbiamo bisogno di piegare i futon per installare la (grande) attrezzatura informatica di Xim. C’è anche una piccola zona salotto. E’ un posto di grande lusso.
Siami per lo più al di fuori della città e quando si apre la finestra, abbiamo una vista sulla foresta e i profumi della natura. I tanuki sono presenti sui contrafforti delle case. Credo che sia segno che viviamo vicino alla natura (avevo già visto un tanuki nella vetrina di un negozio a Tokyo, ma era un Hello Kitty vestito da tanuki).
Il pomeriggio è stato dedicato alla visita del villaggio folkloristiko di Hida, situato a 400 metri dal nostro ryokan (ammiriamo il talento dell’organizzatore).
Questo villaggio è composto da case tradizionali della regione Hida, che sono state trasportate fin qui. Si tratta di un eco-museo-villaggio, in un certo senso, e alcuni degli edifici originali datano della metà del XVIII secolo. Il villaggio è stato formato per conservare la memoria delle tradizioni giapponesi. Beh, come in Francia, per lo più gli eco-musei di arti e tradizioni locali sono piuttosto noiosi (va detto), ma aver portato insieme nello stesso luogo diverse architetture, antichi mestieri e le spiegazioni di certe tradizioni, come i riti sul matrimonio, è molto interessante. E’ molto meglio che il museo dello zoccolo o dell’aratro e del bue. Non credo che sia più interessante, perché sia esotico: ciò lo rende sicuramente un posto interessante, ma è soprattutto il fatto di poter fare il confronto tra le varie epoche grazie all’accostamento dei vari periodi. Siccome il posto ci è piaciuto molto, siamo tornati di “notte” con le luci delle case accese.
E l’autunno comincia a far vibrare le foglie degli aceri.
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